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Alta Qualità Alpina Dolomites 2013

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22 06/2013 alpina dolomites alpina dolomites 06/2013 23 Franz Mulser, oste della malga e cuoco di fama Gerhard Tauber e Wilma Agostini Alta cucina in malga Cinque anni fa ha ottenuto il Premio Godio, riconoscimento molto ambito nel settore. Il suo nome è Franz Mulser, proprietario di malga e cuoco di prim’ordine. Dopo gli anni di formazione, tra Salisburgo, Maiorca e nel famoso Tantris di Monaco di Baviera, nove anni fa è ritornato a Siusi, per intraprendere qualcosa di completamente nuovo: la cucina di classe in una malga. Come Godio – il leggendario cuoco della Val d’Ultimo, che nel suo ristorante cucinava a pranzo per la mensa degli operai della vicina centrale idroelettrica, e la sera per soddisfare le non facili esigenze dei gourmet in una cornice più che modesta – anche Franz Mulser è poco interessato a eleganza e ambiente raffinato. Presso la Gostner Schwaige, un rifugio alpino situato a 1950 m d’altitudine sulla malga di sua proprietà, cucina con la stessa cura per gli escursionisti di passaggio e per i buongustai venuti da lontano per gustare la sua celebre zuppa ai fiori del fieno. Una cucina di tre metri quadrati In una cucina di appena tre metri quadri, Mulser riesce a preparare piatti così raffinati da sedurre anche i critici più esigenti. Il suo credo è: “Io cucino con la natura, con ingredienti di produzione locale, e la mia cucina è creativa, ma ispirata alla tradizione”. Oltre alla famosa zuppa ai fiori del fieno, preparata con pregiate erbe di montagna, è assolutamente da provare l’ossobuco di maialino da latte al vino Lagrein o il Kaiserschmarrn di farro con albicocche e fiori di sambuco. La sera, per i clienti che hanno prenotato, c’è un menù fisso con scelta di vini in abbinamento – una cosa che in genere non ci si aspetta in un rifugio di montagna a quasi 2000 metri di altitudine. Alta cucina in un ambiente modesto I primi anni sono stati difficili, come ricorda Franz Mulser. “Sappiamo per esperienza personale che cosa voglia dire rischiare tutto per un nuovo progetto. Per questo desideriamo fare alla famiglia Bernardi i nostri migliori auguri per il loro nuovo Hotel Alpina Dolomites. Del resto, non ci è voluto molto perché i primi ospiti dell’Alpina trovassero la strada per arrivare fin qui.” Nel suo rifugio, Franz Mulser mette in pratica gli insegnamenti dei grandi chef: “Riteniamo che cucina raffinata e ambiente modesto possano essere abbinati senza alcun problema. Utilizziamo prodotti provenienti dalle immediate vicinanze; formaggio e latte arrivano dal nostro maso a Siusi e dalla nostra malga”. In inverno la Gostner Schwaige si apre direttamente sulla pista da sci dello Stegerlift, in estate si affaccia sul sentiero Hans e Paula Steger, a mezz’ora di cammino dalla cabinovia e dall’Hotel Alpina Dolomites. Armonia con il colore “È stato un anno meraviglioso.” Questo, in sintesi, il giudizio della designer d’interni Wilma Agostini riguardo al lavoro all’Alpina Dolomites. Il progetto, però, è ancora lontano dall’essere concluso: è piuttosto un work in progress. Wilma Agostini: “Anche in futuro sarò lieta di continuare a fornire la mia consulenza alla famiglia Bernardi!” Il suo lavoro è basato sull’empatia: “I clienti per me diventano degli amici; di solito lavoro per persone con cui alla fine s’instaura anche un rapporto di amicizia”. Anche con i Bernardi non è andata diversamente. Agostini ricorda: “Era un edificio difficile. Quando abbiamo deciso di riempirlo di colore e non di oggetti, all’inizio tutte le persone coinvolte erano scettiche”. Ma del marrone che oggi contraddistingue gli interni dell’Alpina Dolomites, Wilma non avrebbe potuto fare a meno. E chiunque entri nell’ambiente armonioso e accogliente dell’hotel lo apprezza immediatamente. Insieme alla ricerca dell’armonia perfetta Non solo con i Bernardi, ma anche con gli architetti la collaborazione si è sviluppata in modo assolutamente armonico: “Gerhard Tauber è un architetto molto innovativo, giovane e assai promettente, Marcello De Biasi un tecnico eccellente che, grazie all’esperienza, non perde mai la visione d’insieme”, sottolinea Wilma Agostini. “Sono convinta che un prodotto, per riuscire perfetto, debba passare per molte mani, e che ciascuno debba impegnarsi a fondo nel proprio settore. Assieme siamo riusciti a creare un’armonia che si nota ovunque. Lavoro con piacere e amore e presto la massima attenzione all’estetica.” Per quanto riguarda le dimensioni del corpo edilizio e l’architettura lineare di questo edificio costruito ex novo, il compito di Wilma Agostini è stato di spezzare l’asetticità e l’anonimato dell’imponente nuova costruzione e di introdurre calore nell’edificio. Al contempo, la natura circostante doveva svolgere il ruolo principale. “Abbiamo puntato solo su colori naturali e subito abbiamo pensato a una tonalità marrone calda, da utilizzare ovunque.” Lampade, tessuti, colori, materiali, come il mix di legno antico ricavato da fienili e di legni giovani ed eleganti. “Tutto ciò è il risultato delle innumerevoli decisioni che abbiamo dovuto prendere”, sottolinea la designer. Nell’Alpina Dolomites sono state usate tonalità cromatiche che si fondono a creare un insieme coerente che comprende tutto: letti, bagni, illuminazione, corpi illuminanti, tessuti.

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