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Alta Qualità Alpina Dolomites 2013

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28 06/2013 alpina dolomites 06/2013 29 Radius: Riguardo all’hotel. Qual era la sua idea di base per l’Alpina Dolomites? G. Tauber: Mi è stato chiaro sin dall’inizio che dovevamo cercare una soluzione intermedia tra uno stile rurale, ma non rustico, e moderno, ma non ultramoderno. L’edificio doveva essere inserito nel paesaggio alpino circostante, a un’altitudine di 1800 metri, e quel panorama straordinario doveva divenire parte integrante dell’hotel. L’intera facciata è realizzata in quarzite naturale di un colore molto simile a quello del paesaggio, nel quale si integra perfettamente. La struttura esterna in legno richiama il profilo delle montagne, e anche i parapetti ondulati dei balconi riproducono un movimento naturale. Radius: Che cosa attende l’ospite all’interno dell’hotel? G. Tauber: Qui le mie idee si sono conciliate perfettamente con le aspettative concrete di Hugo e Cinzia Bernardi, che naturalmente riguardavano soprattutto la funzionalità dell’edificio. L’obiettivo era creare un ambiente accogliente e confortevole, in cui l’ospite si sentisse a proprio agio sin dal primo momento. Ovviamente abbiamo dovuto osservare anche molte specifiche di natura tecnico-funzionale; per esempio, lo chef ha partecipato alla progettazione della cucina. La sequenza degli spazi segue una logica coerente con lo svolgimento delle attività dell’hotel. Radius: Qual è l’elemento dominante nell’arredo interno dell’hotel? G. Tauber: Per prima cosa sicuramente l’ampiezza degli spazi, sia nelle camere e nelle suite sia nelle sale di soggiorno. Poi le linee pulite e i materiali: legno antico, brunito dal sole e quercia naturale spazzolata. L’interno l’ho progettato insieme alla designer d’interni Wilma Agostini, e devo dire che le nostre idee si sono integrate alla perfezione. Radius: Che cosa ci dice degli spazi riservati alla ristorazione? G. Tauber: Anzitutto c’è la sala da pranzo, caratterizzata soprattutto dallo spettacolare panorama, onnipresente sia di giorno sia di notte. La vista spazia sul vicinissimo Sciliar, sui Denti di Terrarossa, sul gruppo del Sassolungo, sulle piste o sui prati – a seconda della stagione – del più grande altopiano d’Europa. È spaziosa e luminosa. Anche qui dominano i materiali naturali: legno e ferro nero naturale laminato a caldo. Radius: Ci sono poi anche altre aree dedicate alla ristorazione. G. Tauber: Abbiamo inserito nell’hotel tre Stuben originali: due del XVII secolo e una gotica del XIV secolo. Qui l’ospite può consumare i pasti in un ambiente particolarmente suggestivo: luce soffusa, atmosfera intima e accogliente. Radius: Anche nella zona delle piscine il panorama fa da protagonista? G. Tauber: Proprio così. Si nuota praticamente al cospetto dello Sciliar. Anche qui si ritrovano materiali naturali: legno e quarzite argentea della Val di Vizze, posata in modo irregolare. Nella scelta dei materiali abbiamo cercato di utilizzare, ove possibile, materie prime provenienti dalle immediate vicinanze. Radius: Come espressione di una particolare consapevolezza ecologica? G. Tauber: Anche. L’Alpina Dolomites è un edificio realizzato in conformità allo standard di certificazione CasaClima di categoria B, vale a dire che consuma meno di 5 kW al m² di energia termica. Il fabbisogno termico è sotto controllo sia dal punto di vista economico che da quello ecologico. Radius: L’atmosfera particolare di questo hotel a cinque stelle accoglie l’ospite già al suo ingresso nella hall… G. Tauber: Sì. Per la reception, che è il cuore di ogni hotel, abbiamo sviluppato un concetto architettonico del tutto particolare. Questo è il luogo dove si stabilisce il primo contatto con l’ospite e l’ultimo prima della sua partenza, ma è anche un punto di incontro quotidiano per informazioni o prenotazioni. Perciò per la reception non abbiamo voluto uno sportello anonimo, dove si aspetta in piedi come quelli delle stazioni, ma abbiamo realizzato un mobile su misura, dove l’ospite può intrattenersi tranquillamente con il personale addetto al ricevimento. Il luogo ideale per dare il benvenuto o per il commiato! Un periodo di realizzazione breve ma intenso Wilfried Lechner lavora da dieci anni presso lo Studio Michaeler & Partner, dove è responsabile dei reparti gestione progetti e sviluppo turistico. L’Hotel a cinque stelle Alpina Dolomites è stato puntualmente inaugurato anche grazie alla sua solida esperienza di consulenza. Radius: Signor Lechner, quali sono state le maggiori sfide a cui si è dovuto far fronte nella realizzazione dell’Alpina Dolomites? Wilfried Lechner: Dal punto di vista tecnico-costruttivo, sicuramente il sito del progetto, un alpeggio d’alta quota (1.860 m), le basse temperature predominanti e gli stretti tempi di realizzazione a esse correlati. Dal punto di vista architettonico, il recupero di una struttura pre-esistente e la realizzazione ottimale dell’edificio con i suoi percorsi interni e la ripartizione degli spazi: forma della struttura e facciata dovevano integrarsi in modo armonico e originale nel paesaggio circostante. Negli interni, è stata data grande importanza a un concetto coerente di colore e luce, che, grazie all’impiego di materiali naturali pregiati e alla massima essenzialità formale, conferisce all’ambiente un’eleganza senza tempo. L’assoluta fiducia del committente nello studio incaricato della direzione del progetto e l’eccellente collaborazione di tutti gli addetti ai lavori hanno fatto sì che l’Alpina Dolomites abbia potuto aprire le porte ai propri ospiti, come da programma, nel dicembre 2010. Il periodo di realizzazione è stato molto coinvolgente, breve ma intenso. Radius: A prescindere dalla posizione unica sull’Alpe di Siusi, a Suo parere quali sono le particolarità dell’Alpina Dolomites? W. Lechner: Dal punto di vista costruttivo, sicuramente la facciata sul lato dell’ingresso, che lascia gli ospiti a bocca aperta. La facciata in pietra conferisce all’intero progetto un carattere pregiato ed estremamente suggestivo. Il collegamento sotterraneo con le suite e con il lato esterno della costruzione dedicato alla ristorazione rappresenta una soluzione ben studiata dal punto di vista logistico, che inoltre mette in comunicazione il garage sotterraneo e le ampie aree parcheggio. Dal punto di vista operativo, la famiglia Bernardi è già riuscita a creare un’atmosfera unica nel suo genere. Sono convinto che gli ospiti apprezzeranno il risultato e lo raccomanderanno. Radius: Che esperienza porterà con sé di questo progetto? W. Lechner: Un progetto vincente non viene ostacolato dalle difficoltà di realizzazione, se l’ambiente di lavoro è quello giusto. Nel caso dell’Alpina Dolomites abbiamo potuto gestire e risolvere in modo soddisfacente le varie sfide che si sono presentate, collaborando con un committente ragionevole e sempre di buon umore. Quanto più tempestivo è l’affidamento della gestione strategica del progetto, tanto maggiore sarà l’organizzazione nella pianificazione delle scadenze, nella definizione dei costi, nell’inserimento dei dettagli e nelle trattative con le varie aziende. Seguire passo dopo passo la realizzazione del progetto di un hotel a cinque stelle è stata per me, ancora una volta, un’esperienza eccezionale. Desidero porgere i miei migliori auguri alla famiglia Bernardi per la sua attività e ringraziarla per l’eccellente collaborazione.

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